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316 lettere di fra paolo sarpi.

scosto. Finalmente l’ha pure avuto, con molto suo contento, e l’ha fatto metter prigione, in luogo molto riposto e segreto.

Di Venezia, il 10 ottobre 1609.




XCVII. — Al signor De l’Isle Groslot.1


Scrissi per la passata a V.S. l’accomodamento successo nella cosa di Vangadizza:2 adesso siamo senza controversia alcuna con la corte romana, se forse non surgesse una nuova; perchè è stato giudicato e condennato del conseglio de’ Dieci l’abbate Marc’Antonio Cornaro, per aver con una barca armata assaltato nel canal della Giudecca una gondola, dove era un mercante con la moglie, e fattolo saltar in acqua e levato la donna. Però io son di parere, che la corte si contenterà di tacere, e che così sarà tanto più apparente qual fosse la forma dell’accordo già fatto: ma quel che più di tutto rileva, io tengo quasi per fermo, che non debba nascere con questo pontefice altra controversia. Di chi sia opera questa concordia, lo potrà V.S. congetturare considerando li effetti che ne seguono e ne seguiranno.

Ella giudica benissimo che noi siamo guidati dalli rispetti delle cose presenti; ma forse voi ne


  1. Dalla raccolta di Ginevra ec., pag. 199.
  2. Il Sarpi avea composte, nel 1609, sopra quella controversia ben cinque scritture officiali o Consulti, i quali si conservavano e forse ancora si conservano nei veneti Archivi. Vedi Griselini, Memorie aneddote ec., pag. 101.