Pagina:Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu/16

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8 lettere di fra paolo sarpi.

se le cose volgeranno alla guerra, molti fra gli Ungheresi staranno pel Turco. Ma già mi vedo al fine del foglio; nè voglio, come altre volte, riuscirle tedioso con troppe ciance. Stia sana, e continui come fa ad amarmi, sebbene immeritevole.

Di Venezia, li 5 gennaio 1610.




CXXII. — Al medesimo.1


Quanto adesso mi accade, eccellentissimo Signore, che pel medesimo corriere mi sieno giunte due lettere della S.V., credo che sia seguíto ancora costì. Io risposi a tutte le sue: se non le ricevè la mattina innanzi alle sue scritte il 23 dicembre, credo che le saranno pervenute poco dopo.

Ebbi i due fascicoli delle Lettere d’Ivone:2 ora l’ho tutto quanto, e glie ne dico grazie infinite. Quelle cose ch’ella mi avvisava trovarsi presso l’Haymon3 intorno la donazione fatta alla Chiesa, mi furono sopra tutto gradite; e di ciò io le aveva già scritto, ringraziandola. Ora tiro giù queste poche parole, premendomi la partenza del corriere, non pure per ringraziarla dell’Ivone, ma per significarle cosa che stimo doverle essere accettissima; vale a dire, che l’illustrissimo console veneto residente a Ierapoli nella Siria (ora quella chiamasi Aleppo), mi scrive di


  1. Stampata come sopra, pag. 70.
  2. Le Lettere di Sant’Ivone, vescovo di Chartres, erano state in quell’anno ristampate a Parigi, per opera del padre Fronteau.
  3. Questo discepolo del celebre Rabano Mauro, aveva scritto un Compendio di storia ecclesiastica.