Pagina:Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu/166

Da Wikisource.
158 lettere di fra paolo sarpi.

bacia la mano di V.S.; il che fa ancora il P.M. Fulgenzio, e io con maggior affetto di loro.

Per dirle alcuna delle nuove d’Italia, la gente di Milano invernerà; e già sono in parte preparati, in parte si preparano gli alloggiamenti. Hanno di nuovo dato gli archibugi alli Allemanni, che sino ad ora non avevano avuto. Il contestabile che s’aspetta per governatore di quello Stato e armi, conduce seco due mila Spagnuoli; nudi però, secondo il solito di quella nazione, la quale a Milano si provvede di vesti.

Tentavano gli Spagnuoli di fortificarsi in Lamora, terra che possedono per indiviso col duca di Savoia: per il che, egli ha mandato gente a Cherasco là vicino. Ma in Correggio, che è tra Mantova, Ferrara e Modena, la guarnigione spagnuola s’è impadronita della fortezza. Li ministri di Spagna in Italia tutti riprendono il fatto, e dicono che si renderà: il capitano però, a farlo, vuole ordine di Spagna.

Il marchese di Castiglione, della casa di Mantova, che si trova ambasciatore cesareo in Spagna, tratta di vendere la sua terra a quel re; la quale essendo situata tra Brescia e Mantova in luogo opportuno, dà che pensare a tutti, eccetto a chi tocca.

Il pontefice incomincia a provvedere a queste cose,1 avendo dato l’arcivescovato di Bologna, di rendita di 15 mila scudi, al suo nepote. La Grermania non sta meglio, dove l’imperatore non ha meno so-


  1. Per ironia ed antifrasi, dacchè pensavasi solo alle cose private, quando il sovrano dei sovrani (secondo la dottrina gesuitica) avrebbe dovuto pensare alle pubbliche. In quanto alle nomine di tal fatta, a mostrare con che spirito si facessero, se religioso o mondano, e a non essere tacciati di malignità o di calunnia, ci piace riportare le