Pagina:Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu/230

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222 lettere di fra paolo sarpi.

sime essendo dagli uomini intraprese per ogn’altro che per la gloria di Dio. Non si può se non gettar il seme in terra, e aspettar da Dio che pulluli e cresca. Prego la Maestà sua divina, che doni a V.S. la intiera sanità, la tenga sotto la sua guardia, e le doni ogni prosperità presente e futura. Alla quale, per fine di questa, bacio la mano.

Di Venezia, li 2 agosto 1611.




CLXXX. — Al medesimo.1


L’ultima mia fu responsiva a quella di V.S. delli 28 giugno: la presente accusa la ricevuta dell’ultima sua delli 11 luglio, la quale mi dà buona nuova, avvisando ch’Ella ricuperava la sanità; e mi fa star in aspettativa di veder la seguente, dalla quale io son certo dover intendere che l’avrà acquistata intieramente. Così prego Dio nostro Signore, che le doni grazia di poterla godere lunga e felice.

Questo corriere ci ha portato assai buone nuove da Parigi; le quali, in tutta somma, sono speranze che la quiete in Francia continuerà, e che tutti avranno soddisfazione. Mi dispiace che l’Anti-Cottone non proseguisca le cose incominciate, perchè mi pare la maniera sia molto buona per metter bene in luce le arti de’ Gesuiti. Se il timore lo ritiene, potrà forse col tempo prender animo, chè mai sarà tarda un’opera buona. Ma Dio voglia che non sia guadagnato, come questi gran maestri sanno fare!


  1. Dalla raccolta come sopra, pag. 378.