Vai al contenuto

Pagina:Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu/278

Da Wikisource.
270 lettere di fra paolo sarpi.

cultamente commessa ai crocesegnati; io non vedo che ciò possa imputarsi ai Gesuiti, stantechè questi, nè in Ispagna nè in Italia, non s’impacciano della Inquisizione; e quindi prego la S.V. di volermi scrivere in qual modo siasi, tra le altre, potuto attaccar loro anche questa. Che poi processi di tal sorta si fossero fabbricati anche contro di me, ben io mel sapeva; e più d’uno n’esiste; e per siffatto titolo sostenevasi che i sicarii che mi aggredirono, lo avevano fatto con ragione. La Inquisizione ha tuttavia per l’Italia non molti crocesegnati; mentre nel regno di Napoli non esiste Inquisizione e nelle città soggette alla Repubblica non può essa Commettere cosa alcuna fuori dell’ordine, stante l’intervento del magistrato secolare; attalchè non le si permette nè di tener famigli armati, nè di fare alcuna cattura, se non per decreto di quello. Non ricordo di aver mai letto la formula del giuramento che prestano i crocesegnati, nè le preci che si spargerebbero da essi fra il popolo nel recarsi alla guerra; nè mai m’era caduto in mente che costoro potessero oggi far uso di cotali preghiere e giuramenti. Ma la S.V. non ha parlato a sordo: or io mi darò tutto a questo, e m’ingegnerò di scoprirne l’arcano.

Lessi con attenzione l’opuscolo che le fu man-


    sazietà trastullarsi con gli scritti di un Anonimo (Repertorio degli Inquisitori), di un Roias (Singolarità circa la fede), di un Sousa (Aforismi degli Inquisitori), di un Masini (Sacro Arsenale del S. Officio), di un Spina (Baloardo della fede), di un Calderini (Rubriche dell’Inqudsizione), di un Bernardo da Como (Lanterna degli Inquisitori), e di tanti e tant’altri che non rifuggirono dal tramandare alla posterità così splendidi monumenti della feroce loro superstizione.