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lettere di fra paolo sarpi. 23

ogni altro giorno alle mani col re di Francia e minacciato da lui, e temo che un giorno non succeda qualche sinistro sopra la sua persona; massime che i Gesuiti, suoi capitali nemici, saranno attenti a tutte le occasioni, e non gliela perdoneranno, se lor verrà fatto.

Quanto al cavaliere Giustiniano, egli fa differire quanto può, perchè aspetta qualche occasione d’essere inviato a Matthias in Ungheria, e con ciò essere esentato da Francia: al che converrà contentarsi. Il Contarino non farà la strada di Francia, ma di Alemagna, così resoluto; e la sua andata in Olanda sarà così prossima al partire del signor Foscarino,1 che non si vede come a lui possa essere dato ordine alcuno per quel paese sopra il negozio de’ sali. È vero che simili cose non si possono disegnare se non che ne’ tempi prossimi, perchè tante cose occorrono impensate, che rendono facile quello che prima si teneva impossibile.

Avrà V.E. per via di Roma intesa la prigionia di Fra Fulgenzio, eseguita da numero venti sbirri, avendogli levate tutte le scritture ed altro. E perchè gli hanno trovato un reliquiario fatto in forma di croce, dove nel mezzo ha una testa di Santa di bella pittura, dicono che sia il ritratto della sua favorita che ha in Venezia. Credo che gli saranno addossate cose assai: certo è che il nunzio e l’inquisitore, sabbato passato, hanno mandato molti processi


    il quale se più avesse ascoltato i suoi consigli, chi sa se sarebbe morto sotto il ferro di un Ravaillac?

  1. Pare che anche al Foscarini scrivesse in quei giorni il Sarpi sotto finta direzione. Che quel Castrino, il cui nome non ci riuscì mai di trovare nei libri de’ Francesi, fosse appunto il Foscarini?