Pagina:Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu/34

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26 lettere di fra paolo sarpi.

un giorno impalati. Quest’ultimo accidente è successo già un mese. Se altra novità sia successa dopo, io non lo so; ma se è lecito pronosticare, io credo che se non saranno partiti, un giorno averemo nuova della loro impalazione.

Io ringrazio V.S. delli incomodi che prende per participarmi li suoi discorsi e avvisi; e prego Dio che mi dia poter per servirla in cosa che li sia grata, e a lei doni ogni felicità presente e perpetua.

Mi resta dirle (chè quasi me lo scordavo), che oggi ho ricevuto l’Apocalipsis e pregato quel gentiluomo a scrivere qualche cosa al fratello; il quale m’ha detto che lo farà immediatamente che abbia resoluzione di certa cosa. Io qui farò fine baciandole la mano.

Di Venezia, li 2 marzo 1610.




CXXVIII. — A Giacomo Leschassier.1


Mal volentieri mi privo del piacere che godrei se a mio bell’agio potessi leggere tutte le sue lettere, esaminarle e risponderle comodamente: ma di un sol giorno, o due al più, mi è dato disporre. Ricevei ieri la gratissima sua de’ 25 gennaio; e partendo oggi il corriere, dirò primieramente de’ beneficii. Continuai, come le scrissi anche altre volte, sulle orme di cui già mi tenne parola. Provai, colla celebre Glossa e co’ dottori francesi, che il possessorio della cosa spirituale è temporale, e ne chiaríi


  1. Pubblicata in latino tra le Opere dell’Autore ec., VI, 73.