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lettere di fra paolo sarpi. 433

sidie. Faranno inoltre lor prove, sotto scusa di religione, e le lustre della pietà e l’ipocrisia, peste di questo secolo; dalle quali piaghe nessuno può guardarsi, se non gli venga in aiuto la bontà di Dio.

Incerte sono ancora le condizioni delle cose nostre. Nel territorio di Cividale del Friuli, dopo l’ingresso dei soldati Olandesi, molte fortificazioni furono prese ai nemici;1 talchè può sperarsi che questa state sarà guerra in quel paese. Nel Piemonte gli Spagnoli assediano Vercelli, ma vi è speranza di difenderla.2 Nell’una parte e nell’altra s’ingaggia guerra contro di essi a spese della Repubblica; quantunque non sia meno da stimarsi il valore e l’accorgimento del duca di Savoia e de’ suoi figli, stantechè senza quelli non basterebbe il denaro alla resistenza, come il valore soltanto farebbe difetto. È caduto il boccone dalle fauci agli Spagnoli, dopochè i Francesi hanno racquistata la libertà; quandocchè, se avessero continuato nel dominio sopra la Francia, anche noi alla lunga saremmo rimasti oppressi. Spesso, ed anche al presente, sembrava che dovessero farsi padroni di quel regno; ma improvvisi eventi li fecero andar delusi. Tanto permetta sempre il Signore nella sua clemenza; cui prego che serbi la S.V. lungamente sana, e nell’amore della mia persona; e a me somministri i modi di pale-


  1. Intorno all’andamento e ai progressi di questa guerra si vedano gli storici di Venezia.
  2. La città di Vercelli, bloccata dagli Spaguoli sino dal precedente anno, sosteneva in quei giorni un vero assedio, che dopo una poderosissima difesa dovè terminare colla capitolazione e la resa dei nostri, seguita ai 25 luglio del 1617. Vedi Muratori, anni 1616 e 1617.
Sarpi. — II. 28