Pagina:Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu/446

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438 lettere di fra paolo sarpi.

possono metter tre e quattro parole, o anco mezza sola, che rende inesplicabile totalmente a chi non ha la contracifra. Ne mando un esempio, acciò, quando piaccia a V.S. farmi grazia della comunicazione sua, possi valersi di quel modo. Io non l’userò sin che non abbia avviso da lei della ricevuta.1

Resto continuando le mie preghiere a Dio, che doni a V.S. ogni prosperità, e a me potere d’impiegarmi nella servitù di Lei; alla quale, per fine di questa, bacio la mano.

Di Venezia, il 21 dicembre 1617.




CCLVI. — Al medesimo.2


Nei passati mesi, diversi accidenti sono succeduti, sopra i quali avrei concepito desiderio di comunicar alcuna cosa con V.S., quando vi fosse stato mezzo come far passare le lettere. La partita del signor ambasciatore Gussoni m’ha attraversato ogni disegno; e se bene, per mezzo dell’illustrissimo signor Simon Contarini, estraordinario ambasciatore, avrei potuto alcuna volta scrivere; nondimeno, per non ricevere il disgusto quando alla sua partita di nuovo m’avesse bisognato cessare, ho eletto attendere se veniva buona fortuna d’una commodità di poter continuare. Ha piaciuto alla Maestà divina che l’il-


  1. Fa proprio compassione il vedere un sapientissimo vegliardo stillarsi il cervello in coteste inezie da giovani amanti, per salvare i suoi scritti dallo spionaggio e dalla feroce rabbia degli ipocriti.
  2. Stampata come sopra, pag. 585.