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442 lettere di fra paolo sarpi.


Interrogò il signor principe: se era lecito aver eretici nelle sue milizie. Risposi che papa Giulio II aveva squadre di Turchi nell’esercito suo in Romagna; che papa Paolo IV condusse, a sua difesa in Roma, alquante compagnie di Grisoni eretici, e diceva che erano tanti angeli mandati da Dio alla sua difesa; che abbiamo nella divina Scrittura esempi di molti santi principi i quali si sono valuti delle arme degli infedeli; e esser notabile l’esempio che David, con la sua gente, andò in campo degl’infedeli contro i medesimi Israeliti. Disse il signor principe che questo era il tempo dei profeti; e io gli replicai, esser dottrina di san Paolo, che tutto quello ch’è nella Scrittura divina è ordinato dallo Spirito Santo per nostra instruzione, acciò, imitando quelle azioni, siamo certi di non fallare.

Passò il signor principe a ragionamenti dello stato delle cose presenti; alle quali io non diedi risposta alcuna, ma l’illustrissimo Contarini rispose ben quanto conveniva. Concluse il signor principe, che era bene a difendere la propria libertà, ma però conveniva tener maggior conto della religione, e non far cosa minima contro la religione per mantener la libertà. A questo io gli risposi, che non si possono incontrare e urtarsi se non quei che camminano per la medesima via; ma quei che vanno per diverse strade, non possono nè urtarsi nè incomodarsi: che il regno di Cristo non è di questo mondo, ma in Cielo, e che però la religione cammina per via celeste e il governo di Stato per via mondana, e però non può mai incomodar l’altro; ma ben vi è un certo appetito di dominare mascherato di religione, che cammina per vie mondane, e a quello non con-