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Pagina:Satire (Giovenale).djvu/499

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DI GIOVENALE 387

Ha in testa ed una durlindana al fianco, Dell' udienza il giorno a suo talento Scegliersi può: ne gli consuma il censo La martinicca d' una lunga lite.

Altro vantaggio: finché vive il padre, Soltanto i militari hanno il diritto Di fare un testamento; perchè parve Ben fatto che ciò che si mette insieme Con il servizio militar, non faccia Corpo di patrimonio, onde il governo Sì spetta al padre. * Ecco per qual motivo Il padre di Corano, ancorché un piede Abbia già nella fossa, al figlio suo Fa tante smorfie; egli è sotto i vessilli, E tira il soldo: e già la sua bravura, E i mertati favori ai primi gradi Lo vanno sollevando. E torna pure Al general, che tutti i suoi soldati Vadan lieti di barde e di collane, E che il più bravo abbia miglior fortuna.

Ast illis, quos arma tegunt et balteus ambit,

Quod placitum est ipsis praestatur tempus agendi,

Nec res atteritur longo sufflamine litis. 50

Solis praeterea testandi militibiis ius

Vivo patre datur- nam, quae sunt parta labore

Militiae, placuit non esse in corpore census,

Omne tenet cuius regimen pater. Ergo Coranum,

Signorum coniitem casTrorumque aera merentem, 55

Quamvis iam tremulus captai pater, Hunc favor aequus

Provehlt et pulchro reddit sua dona labori.

Ipsius certe diicis hoc retcrre videtur.

Ut, qui fortis erit, sit felicissimus idem,

Ut laeti phaleris omnes et torqnibus onines. 60