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Pagina:Satire (Persio).djvu/35

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     Dentro l’onda la notte. Ma rispondi:
     Una minuzia vo’ saper. Di Giove
     25Che pensi tu? Nol credi da preporsi? ...
     — A chi preporsi? — A chi? mo... a Stajo almeno.
     Se’ forse in dubbio chi miglior dei due
     Sia giudice, o tutor d’orbi fanciulli?
     Or questo prego, con che tenti a Giove
     30Piegar l’orecchio, a Stajo il conta. E Stajo,
     O Giove! griderà, buon Giove! ed anzi
     Non udrem Giove apostrofar se stesso?
     Dunque, perchè tonando il fulmin sacro
     Fiede l’elce, e non te, nè le tue case,
     35Fai per questo pensier te la perdoni?
     Perchè al bosco cadavere non giaci
     Triste e vitando, insin che il prete Ergenna
     Con le fibre d’agnella non t’espia,
     Dunque per questo la balorda barba
     40Ti dà Giove a strappar? Ma con che prezzo?
     Con che t’hai compre degli Dei l’orecchie?
     Con fegatelli, e lardi, ed intestini?
Ecco l’ava, o la zia religïosa
     Toglie il bambin di culla, ed umettato
     45L’infame dito di lustral saliva,
     Il labbruzzo e la fronte in pria gli purga
     Di fascini perita arrestatrice.
     Indi alquanto lo scuote, e supplicando
     Or ne’ campi Licinj, or ne’ palagi
     50Di Crasso invia la magra speme: e lui
     Bramin genero un dì regi e regine,