Pagina:Satire di Tito Petronio Arbitro.djvu/129

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giuochi, fanfaluche, e cena prolungata 73

avermi data tale destrezza, per la qual mi vedi sì comodo.

A queste ingiurie Ascilto incominciava a rispondere, ma Trimalcion divertendosi della eloquenza del suo liberto, disse: troncate gli insulti, e siate più miti; e tu, Ermero, perdona a quel fanciullo, e siccome egli ha il sangue che bolle, tu sia il più prudente. SEMPRE VINCE CHI È VINTO IN TAI CONTRASTI. Anche quando eri cappone, facevi cocò cocò, nè avevi pur tanto cuore. Stiamcene adunque allegri, prima di tutto, che gli è il meglio, intanto che aspettiam gli Omeristi.73

In questa entrò uno stuol di costoro, che fecero strepito battendo l’aste sui scudi; Trimalcione si assise sopra un guanciale; e intanto che gli Omeristi coll’accostumata loro insolenza recitavano que’ versi greci, egli con alta cantilena leggeva un libro latino. Fattosi poi silenzio, ei disse: sapete voi la favola che rappresentano?

Diomede e Ganimede erano due fratelli,74 de’ quali Elena era sorella. Rapilla Agamennone, e pose in suo luogo la cerva di Diana. Ora Omero in questo passo racconta come tra lor combattessero i Troiani, ed i Parentini. Ma egli vinse, e diè sua figlia Ifigenia per moglie ad Achille: di che Aiace divenne pazzo; e così l’argomento vi sarà noto.

Dopo queste parole di Trimalcione, gli Omeristi alzarono un gran gridore, perchè in mezzo ai famigli, che d’ogni parte correano, fu portato sopra un grandissimo bacino un vitello intero cotto a lesso, e con un caschetto sul capo. Aiace gli veniva dietro, il qual come furibondo, imbrandito il trinciante, il tagliò, rivoltandone i pezzi colla punta, a guisa di ciarlatano, or di sotto, or di sopra, e distribuendolo a noi, che lui ammiravamo. Ma non potemmo quegli eleganti lavori a lungo osservare, perchè tutto ad un tratto sentimmo scricciolar la soffitta, e tutto il triclinio tremare. Io