Pagina:Satire di Tito Petronio Arbitro.djvu/174

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CAPITOLO VENTIDUESIMO

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alterchi ed avventure d’osteria.



Mentre cotal commedia rappresentavasi tra noi rivali, sopravvenne l’ostiere colla seconda portata del suo cenino, e osservando che tutto era sottosopra e in confusione, e chè, diss’egli, siete voi ubbriachi? o volete voi fuggirvene? o l’uno e l’altro? chi ha sconvolto questo letticciuolo? e che vuol dire questo monipolio segreto? scommetto io, che voi volevate stanotte fuggirvene al fresco per non pagare la pigion della camera; ma voi non vi riescirete, imperocchè giova che sappiate che questa non è altrimenti la casa della vedova, ma sì di Marco Manicio.

Rispose Eumolpione, fors’anche minacci? e al tempo stesso fegli cader dall’alto un marrovescio solenne; ed egli scagliogli un fiasco da terra, in cui bevevano tanti avventori, e ruppe la fronte a lui che gridava, poi fug-