Pagina:Satire di Tito Petronio Arbitro.djvu/186

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CAPITOLO VENTESIMOQUARTO

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processo, guerra, e trattato di pace.



Il dì seguente tostochè Eumolpione seppe che Trifena erasi alzata di letto entrò in camera di Lica, dove poi che ebbe parlato della felicissima navigazione, che la serenità del cielo promettea, Lica rivolgendosi a Trifena, parvemi, disse, mentr’io dormia che Priapo mi dicesse: Sappi che io ho condotto nella tua nave quell’Encolpo che tu ricerchi.

Inorridì Trifena, e rispose: Ei parrebbe che noi avessimo dormito insieme, perchè parve a me pure, che la statua di Nettuno che è a Baia, alla quale io feci tre incisioni, mi dicesse: Tu troverai Gitone nella nave di Lica.

Comprendi da ciò, soggiunse Eumolpione, essere stato uomo divino Epicuro, che condanna con tanta grazia siffatti fantasmi.


I sogni che di notte
    Ingannano le menti, opra di numi
    Non sono, e non gli invian gli Dei dal cielo.
    Falli ognun da per se. Quando il riposo
    5Regna su i membri nel sopor prostrati