Pagina:Saul.djvu/12

Da Wikisource.
8 saul

Or, più non temo io, no: sta in gran periglio
Col suo popolo il re: fia David quegli,
Che in securtade stia frattanto in selve?
20Ch’io prenda cura del mio viver, mentre
Sopra voi sta degli infedeli il brando?
A morir vengo; ma fra l’armi, in campo,
Per la patria, da forte; e per l’ingrato
Stesso Saúl, che la mia morte or grida.

GIONATA

25Oh di David virtù! D’Iddio lo eletto
Tu certo sei. Dio, che t’inspira al core
Sì sovrumani sensi, al venir scorta
Dietti un angiol del cielo. — Eppur, deh! come
Or presentarti al re? Fra le nemiche
30Squadre ei ti crede, o il finge; ei ti dà taccia
Di traditor ribelle.

DAVID

Ah! ch’ei pur troppo,
A ricovrar de’ suoi nemici in seno
Ei mi sforzava. Ma, se impugnan essi
Contro lui l’armi, ecco per lui le impugno,
35Finché sian vinti. Il guiderdon mio prisco
Men renda ei poscia; odio novello, e morte.

GIONATA

Misero padre! ha chi l’inganna. Il vile
Perfid’Abner, gli sta, mentito amico,
Intorno sempre. Il rio demon, che fero