Opra di prode vuolsi, 105Quasi insidia, celar? Saúl vedrammi Pria del nemico. Io, da confonder reco, Da ravveder qual più indurato petto Mai fosse, io reco; e affrontar pria vo’ l'ira Del re, poi quella dei nemici brandi. — 110Re, che dirai, s’io, qual tuo servo, piego A te la fronte? io di tua figlia sposo, Che di non mai commessi falli or chieggo A te perdono: io difensor tuo prisco, Ch'or nelle fauci di mortal periglio 115Compagno, scudo, vittima, a te m’offro. — Il sacro vecchio moribondo in Rama, Vero è, mi accolse; e parlommi, qual padre: E spirò fra mie braccia. Egli già un tempo Saulle amava, qual suo proprio figlio: 120Ma, qual ne avea mercede? — Il veglio sacro, Morendo, al re fede m’ingiunse e amore, Non men che cieca obbedienza a Dio. Suoi detti estremi, entro il mio cor scolpiti Fino alla tomba in salde note io porto: 125»Ahi misero Saùl! se in te non torni, »Sovra il tuo capo altissima ira pende». Ciò Samuél diceami. — Te salvo Almen vorrei, Gionata mio, te salvo Dallo sdegno celeste: e il sarai, spero: