Pagina:Savonarola-Poesie-(1862).djvu/13

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umana, avendole Gesù Cristo basate sopra una salda pietra, e cementate col sangue proprio e del martiri: ma volle riformare la disciplina e il costume, crescere alla Chiesa di Cristo il decoro e la gloria. E a questo spese la vita, e la diede; per questo dettò volumi, che l’autorita infallibile dichiarò scevri d’errore.

Tale essendo lo spirito della sua morale e civile riforma, doveva Fra Grirolamo rifarsi da una parte: nè so come oggi si possa rimproverarlo d’essersi impacciato, lui frate, nelle faccende del secolo, quando egli aveva a combattere contro i vizi del secolo, e quivi più vivamente dov’erano le resistenze più grosse. Se andò in Palagio, e diè forma alla Repubblica; anche scese in piazza, e insegnò ai fanciulli le lodi di Dio, perchè dimenticassero le sconce canzoni, che ripetute dalle tenere labbra insinuavano nei cuori quella corruzione dei costumi, che sempre precorse l’incredulità e l’eresia.

Le Poesie confermano il concetto della sua riforma, e mostrano con quali modi intendesse di recarla ad effetto. Giovine ancora, deplorò le umane rovine della Chiesa, e le morali rovine del Mondo; nelle quali non troverà poetica esagerazione chi conosce le storie. E in queste due canzoni è poesia vera; di cui non scorgo, rispetto ai pensieri, più notabile esempio in quella età. Meno originale è nelle laudi spirituali; poi-