Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Sulle piume dilette infin ritorna,
Quand’è natura presso a risvegliarsi;
Delle grazie del dì ella s’adorna,
Mentre e’ languido viene a coricarsi
Per ripeter doman quel, ch’oggi fe’.
(Ma il doman, che comincia dalle tre.)
Se qualche prima donna nel paese
Arriva, e sia di musica, o di prosa,
Non andarla a incontrare è un crimenlese,
E forse, forse una più brutta cosa;
Quindi spiega i suoi vanni a un vol repente.
“Che cos’hai?„ gli domandi: “Ho fretta, niente!
Risponde allor con affannosa lena:
“Per arrivar già sta la compagnia,
“Non trattenermi, non mi dar la pena
“Di potere tardar, per cortesia.
“Le prima donna è una bellezza vera,
“La mi si raccomanda da Madera.„
E con l’ansia d’un vero e caldo amanto
Corre, vola colà, ove il dovero
Lo chiama a non mancare un sol istante.
Sorte crudele più che le pantere!
Con un metro di naso, aimė! restò,
Perchè a tempo colà non arrivò.
Stanco ritorna e con le guancie gialle,
Come quei, che testè gran pagamento
Esasse di legnate in sulle spalle,
Facendo ricevuta in sul momento;
Ma di coraggio e’ non si perde, no,
Se dietro a lui n’andiam vel mostrerò.
Zitti, sentiam ciò che a un’amico dice:
“Addio, mio caro Boccincin, non sai
“Che è giunta già tra noi la prima attrice?
“La vidi in un sol punto, e l’adorai!
“L’è cosa da far perdere il cervello!
“Parbleu! che prima donna da cartello!