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Non ci vedo un pochin? Ma ciò che fa
Quando ci ho un cor, che vede da lontano,
E che acceso d’amor pace non ha?
Affè? che tardi è il mio lamento e vano,
Se fin di presso al quinto lustro alcuna
Donna m’amò c’è da sperar fortuna?
Sventurato son dunque nell’amore;
M’odia qualunque sia donna a me cara:
E apprestan tutte, ahimè! qual crepacuore!
All’infelice cor sepolcro e bara,
L’amo pur tuttavia, ma non men doglio,
Che del ben fatto mai pentir mi soglio.
Tutto oblïam, ch’io vi perdono adesso,
Non s’annida rancor dentro al mio petto;
E il meglio è ben far pace col bel sesso;
No, con nessuno voglio aver dispetto.
Ma non vi chiedo amor con questa pace,
Solo i versi accettar, se pur vi piace.
- Catania 1 Giugno 1867.