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126 origine del sistema planetario eliocentrico

pendente da tutti gli altri corpi celesti. Come si vede, è questo il sistema, che fu poi chiamato ticonico, dal nome dell’illustre astronomo che lo inventò una seconda volta.

Del primo autore di tali importanti deduzioni non è conosciuto il nome con certezza, ma solo il tempo. Si può dire ohe fu coetaneo di Eraclide; e non senza qualche apparenza di vero si potrebbe congetturare, che sia stato Eraclide stesso. Ma se anche Eraclide non inventò il sistema di Ticone, certo lo conobbe, e molto probabilmente lo adottò, aggiungendovi di suo l’ipotesi della rotazione terrestre, di che avremo la notizia da Eraclide stesso. Prima però di passare alle prove storiche di queste affermazioni, sarà necessario premettere alcune notizie dirette a portare qualche luce in tutta questa materia ancora abbastanza oscura.


iii. epicicli ed eccentri mobili.


8. La grande semplicità ed eleganza del nuovo sistema, per cui tutti i pianeti minori venivano assoggettati alla medesima condizione di circolare intorno al Sole, cuore dell’universo, e sede del principio animatore del mondonota, avrebbe dovuto essere un argomento potente in suo favore. Tuttavia esso non ebbe l’adesione delle due principali scuole filosofiche cioè degli Accademici e dei Peripatetici; e più tardi non ebbe neppure l’adesione degli Stoici, a non parlare degli Epicurei. Il far portare in giro intorno alla Terra i circoli descritti dai pianeti, come se quei circoli fossero in qualche modo connessi materialmente col Sole, non poteva entrare nelle idee dei discepoli di Platone. Ai discepoli d’Aristotele invece, per cui tutto il cielo era un grande e complicato meccanismo di sfere, una connessione materiale del Sole colle orbite dei pianeti poteva sembrare accettabile in massima; da loro non poteva invece ammettersi, che una sfera fosse intersecata da altre sfere, come qui avveniva della sfera del Sole, che intersecava quelle di Mercurio e di Venere. Quando poi, verso il 270, Beroso Caldeo

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  1. Sul Sole, considerato come cuore dell’universo e come principio animatore di tutto il mondo veggansi Teone Smirneo, ed. Martin, p. 297: Plutarco De facie in orbe Lunae, c. 15: Macrobio, Comm. in Somnium Scipionis, Lib. I, c. 20.