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presso i greci 133

vire. Inoltre gli epicicli permettevano di rendere conto in modo quasi intuitivo dei fenomeni di stazione e di retrogradazione; mentre a comprender bene questi effetti nell’ipotesi degli eccentri mobili eran necessarie dimostrazioni geometriche non ugualmente facili per tutti. Con queste si dimostrava che la cosa doveva essere così; ma non si presentava in modo chiaro all’immaginazione il meccanismo, per cui si generavano le apparenti complicazioni e le circostanze tutte di quei movimenti.

Abbiamo finora seguito la filiazione logica delle idee; abbiam cioè tentato di mostrare per quale sequela di facili ragionamenti poterono i Greci esser condotti alle conclusioni esposte. Rimane ora la parte storica del problema; disseppellire cioè dalle rovine dei secoli alcuni pochi e non abbastanza studiati avanzi di tradizione, soli capaci di dare la prova, che quanto fin qui fu presentato come plausibile congettura, è realmente avvenuto.

iv. antiche notizie sugli eccentri mobili.


14. Apollonio di Perga. — La più importante notizia, che io abbia potuto trovare circa l’ipotesi degli eccentri mobili, è quella riferita da Tolomeo nell’Almagesto, al principio del libro XII. Volendo egli spiegare la teoria delle stazioni e delle retrogradazioni planetarie, e calcolarne gli elementi per i cinque pianeti, si apre la strada col riferire due teoremi eleganti che diversi geometri e fra questi Apollonio di Perga, avevan proposti come fondamento di tale teoria. L’importanza di questo passo è tale, da giustificarne qui la riproduzione per intiero. Tolomeo dunque dice, alludendo alle stazioni ed alle retrogradazioni:

«Ma per trattar questo argomento, diversi matematici, e tra essi Apollonio di Perga, incominciano col dimostrare, che per l’una delle due anomalie, quella cioè che ha luogo rispetto al Sole; se la si rappresenta per mezzo dell’ipotesi epiciclica, facendo cioè muovere l’epiciclo in longitudine secondo l’ordine diretto dei segni in un circolo concentrico allo Zodiaco, mentre l’astro stesso si muove sull’epiciclo intorno al centro di questo con velocità uguale a quella dell’anomalia, e con moto diretto nella parte di esso epiciclo più lontana dalla Terra; tirando dall’occhio nostro una retta qualunque che divida