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Pagina:Schiaparelli - Scritti sulla storia della astronomia antica, II, 1926.djvu/165

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154 origine del sistema planetario eliocentrico

includerebbe l’idea di tempo passato, ed indicherebbe quindi persona anteriore ai tempi di Eraclide, forse qualche Pitagorico. Deswert1 crede indicato lo stesso Ecfanto, il cui nome è associato con quello di Eraclide Pontico in ciò che riguarda la rotazione della Terra. Gruppe2 interpreta im Vorübergehen, in passando. Ma questo modo d’interpretazione e le conseguenze che il Gruppe ne deriva, sono state luminosamente confutate da Augusto Boeckh; il quale con una serie di luoghi paralleli3, tratti da Tucidide, da Senofonte e da Demostene, ha provato nel modo più convincente, che qui la frase παρελθών τις ἔλεγεν deve interpretarsi nel senso di qualcuno si fece avanti a dire (in una assemblea), ed è frequentemente usata per introdurre un oratore a fare il suo discorso. A questa dimostrazione Boeckh connette una sua molto ingegnosa e verisimile congettura. Eraclide, imitando Platone, usò spesso nelle sue opere la forma di dialogo, come quella che è la più propria per discutere punti controversi. Non è dunque improbabile, che discutendo in uno di tali dialoghi intorno alle ipotesi astronomiche, egli abbia introdotto a parlare un innominato nel modo che si è veduto4. Questo innominato crede il Boeckh che potesse essere destinato a rappresentare le opinioni di Eraclide medesimo. Cicerone, il quale aveva molto studiato gli scritti d’Eraclide, dà ad intendere in due luoghi delle sue lettere, che questi non usava nei dialoghi parlare in propria persona, ma preferiva far sostenere ad altri le proprie parti5. Adunque l’opinione riferita coll’ἐλεγεν non solo sarebbe citata da Eraclide, ma apparterrebbe ad Eraclide stesso.

Teodoro Bergk6 non ammette sul παρελθών l’opinione del Boeckh; egli suppone che il passo sia guasto, ed invece della comune lezione Διὸ καὶ παρελθών τις, φησὶν Ἡρακλείδης ὁ Ποντικὸς, ἔλεγεν... vorrebbe leggere Διὸ καὶ προελθών φησιν,

  1. Dissertatio de Heraclide Pontico, p. 176. Lovanii, 1830.
  2. Die kosmische Systeme der Griechen, p. 134. Berlin, 1851.
  3. Untersuchungen ueber das kosmische System des Platon. Berlin, 1852, pp. 137 e seguenti.
  4. Osserva del resto il Boeckh che il nome poteva benissimo esser stato dato da Eraclide, e soppresso da Gemino come poco rilevante allo scopo della citazione. Kosm. System des Platon, p. 140.
  5. Cicero, ad Atticum, XIII, 19; ad Quintum fratrem, III, 5.
  6. Bergk, Fünf Abhandlungen zur Geschichte der Griechischen Philosophie und Astronomie. Leipzig, 1883, p. 149.