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apparizioni della Fenice non si possono assoggettare ad alcun periodo1 e ad ogni modo accennerebbero ad intervalli di due o tre secoli, escludendo affatto il periodo Sotiaco di 1461 anni. Contro quest’ultimo parla anche chiaro la circostanza, che al suo rinnovarsi nell’anno 139 di Cristo non si fa parola di alcuna apparizione della Fenice, la quale certo non sarebbe sfuggita agli storici di quel tempo se fosse avvenuta.

Gli studi fatti negli ultimi decenni dagli studiosi dell’archeologia egizia ci hanno condotti a notizie più sicure circa il carattere della Fenice. Nei monumenti e nei papiri ne occorre frequentissima la menzione col nome di Bennu; e vien rappresentata da un uccello di gambe lunghe e diritte, e di lungo e tortuoso collo, simile in tutto ad un airone. La testa è distinta da un duplice pennacchio rivolto all’indietro2. Il tempio d’Eliopoli è chiamato il soggiorno del Bennu; che dall’insieme delle qualificazioni dategli appare esser stato considerato come simbolo o rappresentazione del dio solare, e precisamente del Sole levante, che coi suoi raggi richiama la natura alla vita e all’attività. Nel Capitolo XVII del Libro dei Morti e precisamente nelle parti più antiche di questo capitolo, che forse risalgono all’epoca delle Piramidi, s’introduce il Sole a parlare di sè medesimo: Io sono Ra (il Sole) al suo primo apparire: il grande iddio, che ha generato sè stesso: sono Osiride, sono il Ieri e conosco il Domani... sono il gran Bennu che è in Eliopoli, il quale regola tutto quello che è e tutto quello che sarà: sono Amsu nelle sue manifestazioni; due penne mi sono state poste sul capo3.

  1. Apparizioni della Fenice registrate negli antichi scrittori:
         1. al tempo di Sesostri (Tacito)... 1300? av. Cristo.
         2. al tempo di Amasi (Tacito)... fra 569 e 525 av. Cristo.
         3. apparizione citata da Plinio... 312 av. Cristo.
         4. al tempo di Tolomeo III (Tacito)... fra 284 e 246 av. Cristo.
         5. al tempo di Tiberio (Plinio, Tacito e Dione) 34 e 36 dopo Cristo.
    Vedi Tacito, Ann. VI, 28: Plinio, Hist. Nat. X, 2: Dione Cassio, Hist. Rom. LVIII, 27.
  2. In questa descrizione ho sott’occhio due bei disegni della Fenice pubblicati da Le Page Renouf nei Proceedings of the Soc. of Biblical Archeology, vol. XVI, Tav. XXI. Essi sono tratti da due esemplari del Libro dei Morti, uno dei quali appartiene al Museo Britannico, l’altro al Museo Egizio di Berlino. Del pennacchio fa già menzione Plinio, Hist. Nat. X, 2: Caput plumeo apice houestari.
  3. Cosi la versione di Le Page Renouf (Proceedings of the Soc. of