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astro-meteorologici degli antichi 259

così i due astri allo stesso punto dopo 6940 giorni1. Egli costituì pertanto un ciclo di questa durata, distribuendolo ririspetto alla Luna in 110 mesi cavi e 125 pieni, in modo che ad ogni mese corrispondesse sempre con sufficiente esattezza una lunazione effettiva; e rispetto al Sole in 12 anni comuni (di 12 mesi) e in 7 anni intercalari (di 13 mesi) cosi avvicendati, da ottenere che il principio d’ogni anno si discostasse non più di tre settimane dal momento del solstizio estivo.

Metone fece conoscere questa sua scoperta l’anno 432 avanti Cristo; e non solo in Atene, ma anche in altri luoghi della Grecia furono esposti pubblicamente quadri comprendenti per tutta la durata di un intiero ciclo non soltanto la distribuzione degli anni comuni ed intercalari, dei mesi pieni e cavi: ma altresi per ogni anno del ciclo le date dei solstizi, il principio delle stagioni, e probabilmente le epoche religiose e civili più importanti. In una sezione o tabella complementare era il parapegma o calendario astrometeorologico propriamente detto; nel quale in correlazione alle epoche fondamentali dei due solstizi era esposta la successione e la distribuzione, per l’intervallo di 365 giorni, dei fenomeni, il cui ritorno è strettamente legato al Sole; cioè il levare e l’occaso delle principali stelle, e le episemasie o pronostici meteorologici. Di questa parte del calendario Metonico sono giunti sino a noi alcuni pochi frammenti, insufficienti a dir vero per soddisfare la nostra curiosità; non comprendendo che le indicazioni per 8 o 10 giorni al più. Tuttavia da esse si può rilevare che il contenuto e la disposizione era identica a quella dei parapegmi di Democrito e degli osservatori più recenti. Perchè dopo i tempi di Metone e di Democrito, tali composizioni furono in grande favore, e non v’ebbe quasi astronomo di qualche nome per più secoli, che non si credesse in dovere di proporre il suo parapegma, dimostrante in compendio il risultato delle osservazioni da lui fatte sul levare e sull’occaso delle stelle, sui solstizi ed equinozi, e sulle mutazioni dell’atmosfera. E che il pubblico apprezzasse molto il valore delle predizioni ed

  1. Secondo i dati moderni 19 anni fanno giorni 6939,60 e 235 lunazioni danno giorni 6939,69; il ragguaglio di 19 anni con 235 lunazioni è dunque assai prossimo al vero; non altrettanto si può dire del numero 6940 dei giorni solari assegnati al ciclo, il quale è in eccedenza di quasi 10 ore rispetto al Sole e di 7 ½ ore rispetto alla Luna.