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dalla fama come quello di un celebre meccanico e costruttore di strumenti astronomici. Questa circostanza ha probabilmente influito nel determinare la carriera e gli studi avvenire del giovane Albatenio. Checchè sia di questo, egli cominciò le sue osservazioni astronomiche nell’anno dell’Egira 264 (877-878 di Cristo), e li continuò fino all’anno 306 (918-919 di Cristo) con sì felice successo che uno dei suoi biografi lasciò scritto «nessuno dei Musulmani aver uguagliato Albatenio nell’osservazione esatta degli astri e nell’indagine accurata dei loro movimenti». Egli fece la maggior parte delle sue osservazioni nella città di Rakkah sull’Eufrate, allora assai florida, oggi quasi deserta: anche le sue tavole astronomiche sono calcolate pel meridiano di quella città, dove sembra abbia trascorso quasi tutta l’esistenza. Però alcune osservazioni d’eclissi furono fatte da lui in Antiochia nei mesi di gennaio e di agosto 901.

Nell’anno dell’Egira 317 (929-930 di Cristo) andò con altri inviati in missione a Bagdad per ripetere dal califfo l’importo di tributi che eran stati fatti pagare ingiustamente ad una parte dei cittadini di Rakkah. Durante il ritorno morì, certo in età piuttosto avanzata. Dall’aver egli partecipato a questa missione noi possiamo argomentare che fosse considerato come uno dei principali cittadini di Rakkah; niente però giustifica la notizia molto divulgata presso gli scrittori occidentali che Albatenio fosse un principe o per lo meno investito di qualche importante comando. Si ha tuttavia ragione di credere che già da vivo godesse presso i contemporanei di quella fama che ne rese poi così onorato il nome presso la posterità in occidente non meno che in oriente.

Al pari del suo grande esemplare Tolomeo, Albatenio era persuaso della verità dell’astrologia. Già nella sua opera principale si trovano alcuni capitoli concernenti la risoluzione di problemi geometrici occorrenti nella pratica astrologica di quei tempi. Di simili questioni pare abbia trattato in altri libri oggi perduti, dei quali si sono conservati solo i titoli: Liber cognitionis ascensionum signorum in spatiis inter sphaerae cælestis quartas; Epistola de verificatione quantitatum applicationum; Commentarium in Ptolemaei Quadripartitum. Sembra però che Albatenio s’interessasse soltanto alla parte geometrica di tali materie. Passeremo sopra i titoli di alcune altre opere, che in vari tempi e da vari scrittori furono erroneamente attribuite ad Albatenio, rimandando il lettore alla prefazione del Nallino