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74 le sfere omocentriche

si vede nella figura 17. Si ha qui un arco di retrogradazione di circa 6°, che è molto minore del vero; ma l’errore cadendo in una parte non osservabile del corso sinodico, non può esser imputato a vizio della teoria. Nelle parti visibili di questo corso, le longitudini si possono rappresentare con discreta esattezza, sebbene le epoche delle massime elongazioni non riescano molto conformi al vero. 5. Venere. Per la rappresentazione del corso di Venere si devono applicare le cose dette per Mercurio, sebbene il risultamento sia lontano dal corrispondere egualmente alle osservazioni. Ammettendo infatti, secondo i moderni, che l’elongazione massima o l’inclinazione di Venere sia di 46°, se ne ricava la lunghezza totale dell’ippopeda uguale a 92°, e la mezza larghezza o la digressione in latitudine di 8° 54’; il che per caso coincide press’ a poco colle massime digressioni di latitudine che effettivamente si osservano in quel pianeta. Ma la durata della rivoluzione di Venere sull’ippopeda (570 giorni secondo Eudosso) essendo quasi doppia della rivoluzione lungo lo zodiaco, la celerità in longitudine del primo moto è sempre molto inferiore a quella del secondo. Onde avviene qui per Venere ciò che già si è veduto per Marte; secondo questa teoria d’Eudosso, Venere non può mai diventar retrograda; nè tale errore si può evitare, qualunque valore ad arbitrio si dia all’inclinazione del pianeta. Tuttavia, dobbiamo notare qui, che le stazioni e le retrogradazioni di Venere generalmente si fanno nei crepuscoli solari, dove è difficile la comparazione di quell’astro colle stelle fisse, e potrebbe anche darsi che Eudosso non avesse neppure l’idea della possibilità di quei fenomeni. Ma un altro errore assai grave della sua teoria (in misura minore anche comune colla teoria di Mercurio) stava in questo, che il periodo di 570 giorni della rivoluzione sinodica, doveva, secondo la legge del moto di Venere sulla sua ippopeda, essere diviso in due parti uguali dai due istanti delle massime elongazioni orientale ed occidentale, poiché il moto della terza e della quarta sfera era supposto equabile.