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il principio di relatività e i fenomeni ottici 65


La storia dell’ottica è ricca di tentativi analoghi più o meno velati. I rinnovatori della teoria ondulatoria, Fresnel e Arago, indagano la ragione per cui i fenomeni luminosi non vengono turbati dal moto della terra. Non è veramente il problema intorno alla relatività dei fenomeni che li preoccupa. Troppo laboriosa era la costruzione del grande edifizio, perchè rimanesse loro il tempo di filosofare! Si trattava di stabilire quali proprietà convenisse attribuire all’etere, affinchè la teoria si accordasse coi fatti. È l’etere immobile nello spazio, come crede Fresnel? E allora perchè nessun fenomeno rivela il vento di etere che investe la Terra, nel suo movimento annuo? Oppure è trasportato l’etere dalla terra, come pensa lo Stokes? E in tal caso come si spiegano le particolarità dell’aberrazione della luce?

La grande controversia, la quale, grazie alla sintesi potente di Maxwell, investe anche i fenomeni elettromagnetici, domina gran parte del secolo scorso. Spettava al genio di Lorentz dì stabilire un perfetto accordo fra la teoria elettromagnetica dei corpi in moto ed i fatti sperimentali. Per Lorentz l’etere è in quiete assoluta, ma in virtù di ingegnosi compensi, la relatività dei fenomeni è perfettamente rispettata. Si direbbe (se lo scherzo fosse lecito in così gravi questioni) che un demone maligno, dopo aver creato il mirabile tessuto dell’etere, avesse cercato con sottili accorgimenti di nasconderne per sempre la trama ad occhio mortale.

La teoria di Lorentz, perfetta sotto l’aspetto matematico, non può tuttavia soddisfare interamente uno spirito filosofico. Se nessuna esperienza è atta a rivelare il movimento della materia rispetto all’etere, dovrà esser possibile di creare una teoria, coerente dei fatti, ove l’etere non intervenga. L’etere, nella trattazione di Lorentz, gioca un ufficio analogo a quello di un’armatura nella costruzione di un edifizio. Un progresso ulteriore doveva portare alla descrizione dell’edifizio senza riferirsi all’armatura.

Il progresso fu compiuto dall’Einstein; nei suoi bei lavori sull’argomento l’assoluto è scomparso, e la relatività trionfa. Il trionfo non è raggiunto però senza gravi sacrifizi. Le nostre idee sullo spazio, sul tempo, sulla contemporaneità dei fatti vengono profondamente turbate, a tal punto che molti si sentono perplessi nell’accogliere le nuove vedute.

Qualunque sorte però serbi ad esse l’avvenire, così grande

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