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mente ottenuto da Wedekind.1 Per la buona riputazione dello spazio a quattro dimensioni, se non fosse un desiderio un po’ maligno di fronte ad uno scienziato distinto, m’augurerei che qualcuno demolisse questo risultato.

In conclusione: gl’iperspazî forniscono un linguaggio opportuno e suggestivo che ravvicina fatti apparentemente disparati, suscitando analogie e quindi induzioni feconde.

Ma tutto ciò che si fa cogl’iperspazî potrebbe ottenersi anche senza, come tutti i risultati cui si perviene col simbolismo algebrico, potrebbero ottenersi anche col linguaggio comune. E chi nega per questo l’utilità dell’algebra? È una questione di economia del pensiero.

E dopo ciò, ritorniamo tranquilli allo spazio che ne circonda. Non entrerò — et pour cause — nella questione delle sue tre dimensioni. Dovrei discorrerci su troppo, se non altro per discutere tanti ingegnosi argomenti coi quali il Poincaré sostiene che lo spazio ha tre dimensioni, per la semplicissima ragione che a noi riesce comodo ed economico di attribuirgliene tante!.2

Mi permetto di non arrestarmi su questa tesi, perchè avrò più tardi da affacciare una specie di pregiudiziale che investe — o per lo meno vorrebbe investire — tutta quanta la visione nominalistica della geometria.

  1. A proposito della stereoisomeria dei composti d’azoto cfr. p. e., Ramsay, Stereochemistry (Longmans, London, 1907), Ch. IV. — Ved. pure l’articolo Chemische Atomistik di Hinrichsen e Mamlock nella Encyklopädie der Mathematisehen Wissenschaften, Bd. V, p. 382. — Pel prodotto cui s’allude nel testo veggasi E. Wedekind, Die Entvicklung der Stereochemie des fünfwertigen Stickstoff im letzen Jahrzehnt («Sammlung Chemisclier und Chemisch-technischer Vorträge», Stuttgart, Enke, 1909, Bd. XIV, 5 Heft). Questo prodotto offrirebbe un caso di stereoisomeria, pur non essendo tutti diversi i radicali che impegnano le valenze dell’atomo d’azoto pentavalente; mentre invece lo schema nello spazio a 4 dimensioni, farebbe prevedere la possibità di stereoisomeri solo nel caso in cui si avessero 5 radicali diversi.
  2. Poincaré, La valeur de la Science; E. Flammarion, Paris, 1905. Ch. IV. Veggasi sopratutto il § 5, p. 124. Ved. anche del medesimo Autore, Science et méthode; E. Flammarion, Paris, 1908, Livre II, Ch. I. Ved. sopratutto a p. 117 e seguenti.