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E noi che giudichiamo le cose da un mondo più completo del loro, vedendo ciò che essi non vedono, ci sentiremmo certamente tentati di prendere a gabbo la loro Filosofia, qualora essi volessero estendere dogmaticamente a tutto lo spazio, le constatazioni fatte in modo positivo nella regione esplorata.

Abbandoniamo ora gli animaletti nel loro piccolo mondo e non c’indugiamo sulle loro possibili discussioni, giacchè, purtroppo, anche tra noi le ragioni di disputa non mancano a proposito della geometria non euclidea.

La maggior parte di coloro che non sanno o non vogliono adattarsi alla filosofia dei matematici, s’accordano nel considerare la pangeometria come una vera aberrazione, incompatibile coll’austera severità della scienza.

Qui non c’è questione di scuole; si può essere kantiani, hegeliani o positivisti: l’accordo in questo attacco non manca.

Ed apparisce perciò singolare che proprio un filosofo, di cui è innegabile l’altezza dell’intelletto, e che, come scrive il Chiappelli «si assise arbitro tra due secoli nell’ordine del pensiero», il Kant, abbia nella sua prima opera filosofica, profetizzato la creazione della geometria non euclidea con queste parole:

«Una scienza di tutte le specie possibili di spazii, sarebbe senza dubbio la geometria più alta cui potesse aspirare un intelletto finito1».

Io non so quindi se l’apprezzamento di Kant sulla pangeometria sarebbe conforme a quello dei kantiani, i quali appuntano spesso i loro strali contro questo ramo della matematica, perchè lo trovano inconciliabile colla dottrina dell’a priori.

In ciò essi sono d’accordo con molti geometri. Ma questi ultimi però, a differenza dei primi, traggono da ciò un argomento per rafforzare altre correnti del pensiero filosofico.

Orbene, si può forse tentare di conciliar le due tendenze, che a prima vista appariscono così decisamente agli antipodi.

  1. «Eine Wissenschaft von allen möglichen Raumsarten wäre ohnfehlbar die höchste Geometrie, die ein endlicher Verstand unternehmen könnte». Kant, Gedanken von der wahren Schätzung der lebendigen Kräfte, § 10 (1747).