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ipotesi e realtà nelle scienze geometriche 25

pendente dai nostri sensi e dal nostro intelletto? E non si contraddice così alla relatività dello spazio, che pure il Poincaré sostiene con tutte le risorse d’una mente altissima?

Occorrono ancora nuove armi contro la tesi dell’assoluto? Ebbene, ce ne forniscono altre, e formidabili, le moderne vedute sopra i fondamenti della meccanica.

La meccanica classica, che il genio di Newton avea costruito nello spazio e nel tempo assoluti, cede ormai dinanzi alla nuova meccanica elettro-magnetica. La scienza, abbracciando una serie più ampia di fenomeni, rispetto ai quali gli ordinari fenomeni meccanici son giuochi grossolani d’ima natura primitiva, si vede costretta dai fatti ad abbandonare il comodo schema dell’assoluto, sul quale la mente umana s’era adagiata fiduciosa per tanti secoli!

Lo stesso concetto della misura del tempo, colla introduzione del cosidetto tempo locale di Lorentz, subisce una trasformazione profonda, che ne pone meglio in rilievo la relatività. Ne si tratta in vero di cose astruse o nebulose, ma al contrario di idee limpidissime e semplici.

Immaginiamo un osservatore in quiete in una posizione A dello spazio. Intendo parlare, beninteso, di quiete relativa, p. es. rispetto alle stelle più lontane, alle cosidette stelle fisse. Quest’osservatore, per discrezione, non si preoccupa di disquisizioni psicologiche sulla nozione di tempo, ma, bonariamente, prende come tempo l’indicazione del suo orologio. Egli è così in grado di stabilire il tempo di ogni avvenimento vicino a lui. Ma per un avvenimento che si svolga in un altro luogo lontano B, la cosa è diversa.

Supponiamo pure che in B vi sia un altro osservatore, col suo bravo orologio.

Il primo osservatore nota il tempo in A, il secondo il tempo in B, ma non perciò restano collegati temporalmente gli avvenimenti relativi ai due luoghi. Ci vuole un mezzo di segnalazione che sia istantaneo o che si trasmetta con velocità cognita. Da che la luce si propaga colla rispettabile velocità di 300000 km. al secondo, è probabile che i due osservatori si porranno in relazione mediante segnali ottici. Tanto più che nell’ambito dei fenomeni consueti — quando cioè