Pagina:Sella - Plico del fotografo.djvu/482

Da Wikisource.
460 procedimenti - parte seconda.

parte seconda

I cloruro d’oro,

20 bicarbonato di soda,

5 acido citrico,

2000 acqua.

La prova quando è fatta nel torchietto a copiare si lava nell’acqua corrente, e ciò si ottiene lasciando la prova immersa nell’acqua per due o tre minuti, oppure ponendo in una bacinella piena d’acqua la prova e rinnovando quest’acqua due volte ad un intervallo di circa due minuti da una volta all’altra.

Dopo si porla la prova nella mistura predetta, dove essa acquisterà una bellissima tinta nera in uno spazio di tempo piu o meno lungo secondo la bontà del cloruro d’oro.

Si termina (issando la prova nell’iposolfito al ( 5 al modo ordinario.

Operazione V.

Fissare e colorare la prora.

Tolta che tu avrai la prova dal torchietto a copiare, sarà in tua balia il procedere subito all’opera del fissare, oppure lo aspettare ancora per qualche tempo. In quest’ultimo caso la carta che ha ricevuto il disegno vuole naturalmente essere conservala in un cartolerò per essere difesa dalla luce. Se la si conserverà in una cassetta contenente del cloruro di calcio essa potrà conservarsi molto lungo tempo senza che si guasti perchè, come abbiamo avvertilo più sopra, l’umidità è quella che altera assai presto la carta sensibile quando questa è fuori del contatto della luce.

Per (issare usavasì dapprima il solo iposolfito di soda sciolto nell’acqua, nella quale immergevasi la prova, e si terminava mettendola nell’acqua pura per liberarla da ogni traccia di iposolfito di soda. In tale maniera si otteneva una tinta fosca di mattone poco piacevole. Si osservò che la soluzione di iposolfito, dopo di aver servilo un certo tempo, acquistava la proprietà di comunicare alla prova una tinta assai bella, ma sgraziatamente questa tinta così ottenuta era poco solida.

Perciò, come dissimo, nel (issare e colorare la prova usasi,