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senso 269

furore, giuramenti, lagrime, singhiozzi, non c’è più nulla! Schifosa natura umana. E a vedere quegli occhi neri in quella faccia smorta si sarebbe detto che vi lampeggiasse la sincerità profonda dell’anima appassionata. Come balbettavano le labbra e pulsavano le arterie e tremavano le mani e la persona tutta strisciava umile sotto a’ miei piedi. L’avvocatino scrofoloso e miserabile meritò davvero il calcio che ricevette da me. Bifolco.

E chi sposa? Una scioccherella di diciotto anni, che i suoi parenti non hanno voluto condurre in casa mia, perchè la contessa Livia, si sa, è donna troppo galante; una scipita con due mele ingranate per guance, le mani corte, grasse e rosse, i piedi da stalliere, e un’aria impertinentina da santarella, che consola. E l’uomo il quale piglia una tale bamboccia ha osato amarmi e dirmelo! Sento le brace sul viso....


*


Il mio ufficiale di sedici anni addietro, se non era un grand’uomo, era almeno un vero uomo. Mi stringeva alla vita in modo da stritolarmi, e mi mordeva le spalle facendomele sanguinare.

Cominciavano a diffondersi delle vaghe voci di guerra, poi le solite notizie contradditorie e le consuete smentite: armano, non armano,