Pagina:Senso.djvu/35

Da Wikisource.

vade retro, satana 33

testa, mormorò: — Calmatevi, poverina, mettete in pace la fantasia eccitata dalle sventure e dalle colpe della vostra vita. Fate di desiderare una sola cosa, il bene. Uscite da queste sozzure d’inganni e di vizii, in cui si trascina e imbratta la vostra esistenza. Tornate sola e povera, ma pentita e buona. Allora tutti vi dovranno amare, perchè, amando voi, ameranno la virtù.

— Anche voi, Don Giuseppe, mi amerete anche voi? —

E gli prese la mano, e la strinse, e il prete s’avvicinò.

La donna continuava sommessamente: — Don Giuseppe, guidatemi. Insegnatemi la via, conducetemi dove vi piace. Sarò la vostra schiava. Sarò, se vorrete, la vostra santa. Il vostro cuore dev’essere grande e nobile, deve specchiare il cielo, come i vostri occhi. Mi piacete perchè siete bello, perchè siete candido, perchè indovino che non avete mai amato, perchè voglio essere il vostro primo peccato, il vostro primo rimorso. Datemi il vostro amore, Don Giuseppe, il vostro amore.

La donna, arrovesciata sul sofà, teneva sempre con le due mani la mano del prete, il quale tremava dalla testa ai piedi. Il sole era tramontato; la camera diventava buia.

Ma, mentre la femmina ripeteva le ultime parole, sembrò al curato che d’improvviso un soffio fresco gli passasse sul fronte; e di repente gli comparve davanti la figura tetra