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vade retro, satana 7

disse: — Oratio sine attentione interna non est oratio. —

In quel mentre, spalancando l’uscio, comparve il cane del curato, un bel cane da caccia, e si mise a saltellare intorno al caro padrone. Questi lo accarezzò distrattamente, e ripeteva tra sè, intanto che con il pugno serrato continuava a picchiarsi forte il petto indolenzito: — Il sacerdote dovrebb’essere sempre come il sole sereno di poco fa: dovrebbe contemplare la tempesta dall’alto, quieto, puro, intangibile. —

Entrò, senza bussare, il medico dei tre villaggi della Val Castra, bene sbarbato e vestito appuntino: — Buon giorno, signor curato. Presto, levi di dosso quella giacchetta, metta il collarino, infili la sua vesta più bella, e venga con me. Il demonio la vuole, reverendo; ma che caro demonio. M’ha detto in furia queste precise parole: “Corra subito, mio caro dottore (ha proprio detto mio caro dottore), corra subito dal signor curato; gli racconti il mio male, aggiunga che ho bisogno di sentire la voce del cielo, che sono una pecorella pronta a rientrare all’ovile„. E ripeteva: “Voglio il curato, voglio Don Giuseppe.„ —

Il prete diventò bianco e grave. — È in pericolo di morte? — chiese.

Il dottore uscì in uno scoppio di riso: — Ci vuol sotterrare tutti, reverendo. È uno scherzo di nervi: roba di donne galanti. Non ho po-