Pagina:Sentenza Tribunale di Milano - Caso Mills.djvu/100

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In vari passaggi di questa motivazione, sotto diversi profili, si tratta di quello che per convenzione è stato chiamato il dividendo Horizon, oggetto di una delle specifiche contestazioni di falsità.

È qui opportuno evidenziare le prove raccolte e verificare la congruità di quanto da esse emerge con le deposizioni testimoniali dell’imputato del dicembre 1997/gennaio 1998.

Nel procedimento n. 1612/96 Mills, come si è già scritto, raccontava della società C.I.T. (Compagnie Internationale de Télécomunications) creata in Lussemburgo al fine di evitare gli effetti della legge italiana sulla concentrazione delle proprietà televisive, società di cui egli appariva formalmente il proprietario; C.I.T. era azionista di BIL (Banca Internazionale del Lussemburgo), cui i capitali erano apportati da Horizon (altra società di cui Mills era formalmente proprietario), a sua volta finanziata da All Iberian. Con la cessione di C.I.T. a Rupert nel 1995, si era realizzata una plusvalenza di circa dieci miliardi di lire italiane, che Mills aveva trattenuto ai fini della regolarizzazione fiscale nel Regno Unito di tutte le società offshore di Fininvest. La rimanente somma di circa cinque miliardi – dopo il pagamento delle tasse e la restituzione di quanto dovuto a All Iberian – era stata depositata in banca in attesa che si definissero i processi pendenti in Italia. Tale somma comunque spettava allo stesso Mills e ai suoi soci, anche secondo “i clienti”.

La deposizione testimoniale nel processo n. 3510+3511/96 non si discostava sostanzialmente dalla precedente.

Mills affermava che CMM, rimasta l’ultimo referente di All Iberian, aveva ricevuto circa 10 miliardi di lire quale plusvalenza dell’operazione Telepiù, dopo la restituzione al Gruppo Fininvest dei prestiti effettuati. Con l’assoggettamento di All Iberian al fisco inglese, il profitto era stato dichiarato, con il consenso di Messina, dirigente del Gruppo Fininvest. Il resto era stato depositato in banca a nome dei soci dello studio (Coffin, Scott e Rylatt, oltre a Mills), perché la società aveva come unico riferimento Mills ed il dividendo era frutto della sua attività professionale.

Anche in questo caso Mills non forniva alcuna spiegazione dei motivi per i quali avesse potuto ottenere somme di pertinenza di una società di cui non deteneva le azioni, oltretutto di una società che egli dichiarava in fase di chiusura, e sostanzialmente in pareggio, previa restituzione al Gruppo Fininvest di tutto quanto dovuto. A meno che non si vogliano ritenere spiegazioni esaurienti le affermazioni quali “le società o sono di Fininvest, o di qualcun altro: il solo altro di cui possono essere sono io”; oppure “sono amministratore delle società, perché credo è mio dovere chiudere le loro situazioni e portare tutto ad un buon fine di queste società, perché non è responsabile lasciare