Pagina:Sentenza Tribunale di Milano - Caso Mills.djvu/108

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professionali di Withers, di CMM, e di Mills in particolare, prestazioni che venivano retribuite secondo tariffa.

Se si pensa che nel 1996 una sterlina valeva circa 2.500 lire italiane1, se ne deduce che Mills dichiarava al fisco un’entrata personale di circa 112 milioni di lire (quale prima tranche di un concordato maggior importo, non precisato2) ed un introito per il suo studio – in gran parte ancora da incassare – di circa un miliardo e 500 milioni di lire.

Nel corso della rogatoria a Londra questo ultimo argomento non è stato affrontato, in particolare nel corso degli esami testimoniali di Jeremy Scott e Virginia Rylatt.

Di tali deposizioni va ora sinteticamente dato conto.


Jeremy Scott è stato esaminato a Londra in rogatoria il 24 settembre 2007.

In relazione al fatto che Mills è accusato di riciclaggio (nel separato procedimento Agrama + altri, n. 11776/06 R.G.Trib., di cui si è più volte detto) e Scott avrebbe ricevuto una parte del provento del reato, il teste veniva avvisato che non era obbligato a dire alcunché che potesse portare alla sua incriminazione.

Le parti nel corso del suo esame hanno fatto riferimento al fascicolo predisposto dal P.M. per la rogatoria (faldone 4 bis) e per comodità di esposizione anche ora i documenti vengono individuati riportandosi a tale fascicolo.

Scott dichiarava di essere avvocato ed aver lavorato con Mills nello studio Mackenzie Mills per circa quindici anni, dal 1982. Mills era il titolare, il suo ruolo era invece relativo a “contenziosi o controversie per i clienti”. Egli non era stato coinvolto in alcuna delle attività di CMM – società che forniva servizi di segretariato aziendale di cui specificamente si occupava Mills – ma ne era diventato azionista (al 10%) alla fine degli anni ’80, inizio anni ’90.

In relazione al documento di pag. 79 e segg. (cartellina G), vale a dire l’atto di vendita, datato 31 maggio 1994, di CMM a Edsaco, Scott dichiarava di aver effettivamente firmato l’atto (come risulta dall’ultima pagina), ma di non aver partecipato al relativo processo decisionale; non ricordava perciò le ragioni della vendita, da cui aveva ricavato “70, 80 mila” (presumibilmente sterline).

  1. Così si legge al punto 3 del verbale della riunione dello SCO del 15 marzo 1996, e così risulta confermato da qualsiasi ricerca in Internet.
  2. È interessante rilevare che il 6 ottobre 2004 gli ispettori dello SCO facevano notare a Mills, nel corso di una delle tante riunioni di quel periodo – di cui si tratta nel prosieguo – che aveva dichiarato solo tre versamenti, mentre all’epoca aveva detto “di aspettarsi che questi versamenti continuassero nel tempo”. La questione veniva lasciata in sospeso, in attesa della produzione di ulteriori documenti da Mills, “ad esempio una copia di un qualsiasi accordo tra il sig. Mills e la Fininvest in cui fosse riportata la data di inizio e di fine” di tali versamenti. Tale documentazione non risulta mai successivamente depositata.