Pagina:Sentenza Tribunale di Milano - Caso Mills.djvu/123

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Il 4 maggio 2004 Sue Mullins rispondeva con una articolata lettera (pag. 190, cartellina K del fascicolo predisposto per la rogatoria inglese, faldone 4 bis) in cui, scusandosi preliminarmente per il ritardo, ripercorreva analiticamente il “Background to the dividend payment”, negli esatti termini in cui era stato in precedenza illustrato nella missiva indirizzata a Robert Drennan [“Dear Bob”].

Illustrava quindi l’origine dello strettissimo rapporto professionale tra David Mills e tutte le società offshore del gruppo Fininvest [“the media business empire of Mr Silvio Berlusconi”], attuato dapprima attraverso la messa a disposizione dei servizi offerti dalla società CMM ed anche in seguito, successivamente alla vendita di CMM ad Edsaco, ammettendo che l’uso che i “Fininvest executives” avevano fatto della società era al centro delle accuse portate dall’A.G. italiana di falso in bilancio per omessa indicazione di tutte le attività delle società offshore nel bilancio Fininvest. Mills era stato posto sotto pressione dal Gruppo – che intendeva distanziarsi dal patrimonio di dette società, in particolare in ordine ad un dividendo di circa 3 milioni di sterline presente nel patrimonio della società del gruppo Horizon – affinchè si assumesse piena responsabilità dell’ente: cosa che Mills fece, denunciando la vicenda allo SCO e pagando le tasse dovute come proprietario della società. La percezione di una somma così elevata aveva dato corso ad un aspro contrasto con i partners di studio, in particolare con Rylatt; Mills aveva alla fine concordato di dividere con loro la somma nelle percentuali corrispondenti agli accordi di partneship, benché avesse affrontato da solo tutti i rischi dell’operazione, sopportandone i relativi costi, non ultimo il rischio di incriminazione per falso in bilancio innanzi all’A.G. italiana e la sottoposizione ad una continua e nociva campagna di stampa. Due dei tre soci originari, peraltro, in un primo momento avevano aderito alla richiesta avanzata da Mills di trattenere per sé la maggior parte della somma, comprendendo “il pericolo in cui si era trovato il mio cliente, che non aveva avuto scelta, se non di fare ciò che aveva fatto”.

Mullins allegava (così si legge) il documento sottoscritto fra i soci dello studio Withers il 27 novembre 1996.

Quanto alle somme investite in fondi di investimento, oggetto di contestazione da parte dell'autorità fiscale inglese, la consulente spiegava che “circa metà dei fondi usati per l'acquisto dei fondi di investimento derivava da ciò che gli [a Mills] era rimasto del dividendo Horizon (come può essere visto dall'estratto conto bancario del marzo 1999), mentre la restante parte derivava da un regalo [“gift”], l'origine del quale è direttamente connessa alle precedenti questioni che ho spiegato in relazione al dividendo Horizon ed alla condotta dei precedenti soci di studio verso il signor Mills”.

Di tale “regalo”, appunto, si tratterà nel prosieguo della motivazione, nel capitolo “La confessione”.