Pagina:Sentenza Tribunale di Milano - Caso Mills.djvu/32

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alla circostanza che il nome di Carlo Bernasconi – a dire di Daly – non compariva fra gli investitori in fondi commercializzati da BISYS.


Analoghe considerazioni devono esser svolte in relazione alla richiesta di esame di Gianmarco Vela, dirigente di Morgan Stanley, che doveva secondo l’assunto difensivo riferire in ordine ai “rapporti con l’avv. Mills; rapporti con il Dr. Attanasio”, alla “natura degli investimenti effettuati nel corso del 1997/1998 dal Dr. Attanasio o da soggetti a lui riferibili”; alla “origine e natura delle somme relative ai Trusts Cave, Perth e Hadrian e loro successive destinazioni”.

La richiesta è stata all’epoca rigettata ritenendosi la deposizione sovrabbondante perché avente ad oggetto circostanze dedotte rispetto ad altri testi, in particolare Attanasio e B. Marrache, e il giudizio non è cambiato dopo la modifica dell’imputazione. Oggi la decisione va ribadita, dopo l’approfondito esame proprio di Benjamin Marrache (si vedano ad esempio le dichiarazioni dello stesso riportate alle pagine 22/23 e 81 della trascrizione dell’udienza del 31 gennaio 2008), e soprattutto quello di Diego Attanasio (si vedano ad esempio le dichiarazioni dello stesso riportate a pag. 134 e segg. della trascrizione dell’udienza del 13 luglio 2007), alla luce della complessiva istruttoria svolta, e con specifico riguardo alle consulenze tecniche acquisite.


L’esame di Isaac Marrache era stato chiesto dalla difesa Mills in sede di ammissione delle prove sulle medesime circostanze dedotte per Benjamin Marrache, con la precisazione che ciascuno dei due era “dotato di competenze e clientela autonome”. Entrambi avrebbero dovuto deporre sui rapporti con l’avv. Mills e con i clienti da lui segnalati (in particolare Briatore, Attanasio e Marcucci), sui trusts costituiti per i medesimi, sui compensi da costoro dovuti per le relative gestioni, sui rapporti con il gruppo Fininvest, e specificamente sull’operazione “relativa a $1.616.780 del 21 ottobre 1997”.

Con l’ordinanza del 27 aprile 2007 il Tribunale riteneva il teste sovrabbondante.

La difesa ne chiedeva nuovamente l’esame, su circostanze sostanzialmente identiche, dopo la modifica del capo di imputazione, ed il collegio all’udienza del 21 febbraio 2008 non riteneva di dover modificare il proprio precedente giudizio.

Tale convincimento va espresso a maggior ragione in questa sede, dal momento che Benjamin Marrrache, nella sua deposizione del 31 gennaio 2008, dopo aver precisato che lo studio – secondo la normativa di Gibilterra – conserva i documenti al massimo per sei anni, ha ripetutamente affermato che ciascuno dei partners aveva propri clienti, che egli solo aveva rapporti con Mills, a seguito delle istruzioni del quale prendeva decisioni sui trusts di Attanasio; per quanto a sua conoscenza il fratello Isaac non aveva mai incontrato Attanasio. Per vero dalle dichiarazioni di Attanasio e da quanto riferito dalla difesa Mills in quella medesima udienza (pagg.77-78 e 93-94) risultano degli incontri, assolutamente superficiali, non significativi pertanto ai fini del decidere. Maggior rilievo assume invece il fatto che Isaac Marrache fosse il “senior partner” dello studio, di cui il fratello Benjamin fosse in ogni caso il “managing partner”.


Non può essere accolta la richiesta di esame di Marjorie Smith: era dipendente dello studio Marrache con mansioni di capo contabile e, secondo quanto riferito nel citato esame da Benjamin Marrache, poteva accadere che Mills si rapportasse direttamente a lei, ma in ogni caso qualsiasi informazione veniva trasmessa allo stesso Benjamin Marrache, il solo a poter agire in conseguenza delle disposizioni di Mills. In stretta connessione a quanto sopra scritto va valutata la richiesta di esame di K.A. Robinson, direttore della Baker Tilly Gibraltar Ltd., estensore di due relazioni che sono state prodotte nella traduzione in lingua italiana all’udienza del 18 luglio 2008 nel corso dell’esame della consulente Tavernari. La difesa ha avanzato la sua richiesta al fine di conoscere quali atti e documenti siano stati dallo stesso esaminati nella redazione dei due pareri. Dalla lettura delle relazioni a firma Robinson risulta però evidente che egli si è avvalso della documentazione già in atti, esaminata dai