Pagina:Serao - All'erta, sentinella!, Milano, Galli, 1896.djvu/190

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176 terno secco

data questa combinazione di una donna partoriente per la via, ho potuto abbandonare il posto.

— L’avete portata a casa?

— Domando perdono, a casa chi poteva assisterla? Io ho da fare il dover mio e sa il cielo che responsabilità abbiamo sullo spalle L’ho portata all’ospedale.

— O povera Tommasina! — gridò Caterina.

.... a pagamento! Là trova medici, chirurghi, medicine, levatrici, brodo, anche i pannolini, per il ragazzo, quando nasce. Quella dell’ospedale è un’idea, signori miei, che è falsa. Essa non ci è andata scontenta. Strillava soltanto. Ma, già, tutte le femmine strillano. Non le mancherà niente; non abbiamo esatto ancora i denari del terno, ma ciò si farà lunedì.

— Quanto ha vinto? — chiese premurosamente la signora.

— Poco — fece l’altro, con un moto sprezzante delle labbra. — Ha giocato sei soldi millecinquecento lire. Signori miei, la donna sempre donna è. Se essa, quando aveva trovato i numeri veniva da me e mi raccontava il tutto, allora si poteva combinare insieme una giocata da uomini e non da donne. Con millecinquecento lire, che si fa? Sempre nel corpo, io ho da rimanere, perchè questa somma non serve a niente. E che se ne faceva dei quattrini, Tommasina? Che ci volete fare la donna sempre donna è.