Pagina:Serao - All'erta, sentinella!, Milano, Galli, 1896.djvu/93

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all’erta, sentinella! 79

umano e pietoso. Io così credo. Io credo che tutti possiate diventare buoni: lo credo anche per quelli che dovranno restar qui tutta la vita. È stato grande il loro peccato: ma la misericordia divina, la misericordia umana sono così grandi! Credo che la potenza del bene sia così forte da trasformarvi: credo a tutti i miracoli del sentimento. Ebbene, oggi, io dimentico il passato, lo dimentica la legge, lo dimentica la dura condanna. Non vi debbono essere cuori scontenti, qui, oggi. È un gran giorno, oggi. Dimenticate il passato e il tetro peccato vostro; dimenticate che siete fuori della legge, fuori della società; dimenticate il vostro rimorso e la vostra penitenza. Pensate che oggi è una festa della patria, una festa del paese vostro, una conquista della terra dove nasceste. Voi anche siete italiani. Ricordatevi solo di questo. Italiani, italiani tutti.

Tacque — e nel profondo silenzio si udì un ansare, di cento petti, si udì il singhiozzare di alcuni che piangevano, col capo abbassato. Dietro le persiane Cecilia piangeva, silenziosamente, a grosse lagrime calde. Con un gesto vago, il capitano aveva finito di parlare, guardando adesso la bandiera, fisamente. Ma sopra l’affanno dei petti commossi, sopra i singhiozzi irresistibili, sopra ogni altro rumore di quella invincibile emozione, una piccola voce fioca, sottile, gridò:

— Viva Venezia!