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terno secco | 167 |
— Veramente.... non lo sapevo.... è uscito?
— Uno dopo l’altro, signora mia, una bellezza, tutti e tre, sopra la tabella. Ora, se è lecito, vorrei sapere la risposta, per la mia padrona, a proposito dell’appartamento.
— Dirai a Donna Luisa Jaquinangelo che io non ho giuocato il biglietto e non ho vinto niente — disse la signora, con molta dolcezza.
— Gesù! — strillò Concettella. — Buona sorte gettata a mare! E come, non l’avete giuocato?
— L’ho dimenticato, — continuò dolcemente la signora.
— Come uno può scordare i numeri? — chiese ingenuamente Concettella.
— Tutto accade — mormorò a bassa voce la signora.
— E Tommasina non ci è? Neanche lei ha giocato?
— È andata a comperare il caffè: ma speriamo, povera diavola, che abbia giuocato e vinto qualche cosa di grosso — soggiunse dolcemente la signora.
— Sicchè debbo dire che restate qua? Gli è che Donna Luisa, ora che ha vinto il terno, vorrà disporre di tutto l’appartamento....
— Quanto ha vinto? chiese con uno sforzo la signora.
— Centomila lire.
— E tu?
— Duemila: non avevo altri soldi, da giuocare.