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Pagina:Serao - Cristina, Roma, Voghera, 1908.djvu/143

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sacrilegio 141


della rappresentazione, nauseati delle parole e dei baci. A volte, presi dalla stanchezza invincibile, di questa commedia dove tutto era falso, dove gli attori avevano dimenticata la parte e il rossetto male celava i volti sbiancati, si fuggivano. Ma, involontariamente, dopo tre o quattro giorni di tortura, per l’abitudine di vedersi, pel desiderio di ritentare la prova, si ritrovavano e la comica storia, piena di lagrime represse e di grida soffocate, ricominciava.

Erano tormentati anche nell’egoismo. Per delicatezza non si parlava più del passato, non vi era più rinnova-