mistero dei vari sorrisi, la piega ironica del labbro, tutto rivela la
razza degli eletti. Nessuno come lui sa entrare in un salone,
inchinarsi, richiamare su di sè tutti gli sguardi, essere il centro
dell’attenzione, dominare tutta la riunione. Tutto quello che egli
dice ha un senso riposto che talvolta sfugge ai profani; spesso egli
dice delle cose molto semplici, che ognuno sa, ma v’imprime un
suggello d’originalità elegante; la sorridente modestia con cui parla
di sè stesso, la bonomia con cui accoglie i giovani principianti,
quella velatura di disprezzo, con cui tratta gli avversari, la calma
con cui affronta la discussione ed il subitaneo scoppio dell’idea sono
tutte cose che completano la sua grandezza! Egli ha la singolare
potenza di dare un aspetto poetico anche ai nostri prosaici abiti
moderni: il petto della camicia sembra nebuloso, i guanti hanno una
tinta, soave ed indefinibile, lo stesso frack acquista delle linee
artistiche — viene la voglia di chiedere se quest’uomo pranzi, beva e
dorma come il resto dell’umanità. Come deve essere sublime nel momento
dell’ispirazione! E nell’amore. Essere la moglie di quest’uomo,
portare il suo nome, possedere il suo cuore, dividere la sua gloria:
ecco la felicità delle felicità.