se gli amici di quella sera non
erano dei miserabili egoisti, dei feroci misantropi che facevano
parlare il loro meschino gusto personale di fronte all’immensità del
sentimento popolare; mi sono chiesta se l’artista, il pensatore, il
poeta, avendo pure nell’anima la scintilla creatrice del genio,
godessero il diritto di imporsi a quanto è la voce sterminata della
moltitudine; mi sono chiesta se le loro gioie aride e solitarie prese
tutte insieme, valessero un sol grido di un bambino allegro, un
sospiro di sollievo di un cuore innocente, — e col rimorso della mia
passività di quella sera, sono anni che la domenica metto il
catenaccio al cervello e vado a zonzo, e fo raccolta di sorrisi, e mi
imbevo della consolazione altrui, consolandomene io stessa.