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40 dal vero.


— Eh?!

— È appunto quello che mi ha detto Jeannette.

— Che imbroglio! Io non capisco niente.

— Or ora, ti narrerò tutto, come si dice nei drammi. Ci sarà un racconto... ma Vostra Serietà mi presta tutta la sua attenzione?

— Sì, sì, ma sbrigati.

— Il giorno delle corse al Campo di Marte, ecco il tempo ed il luogo. Tu non vi eri, tu che preferisci i tuoi eterni libri...

— Se divaghi sempre, non ti ascolto più.

— Devi ascoltarmi; questo segreto mi soffoca, mi uccide.

— Ricominci?

— Smetto, smetto. Dunque alle corse stavamo in prima fila sulla tribuna: viene Paolo Lovati e ci presenta un bel giovane, Roberto Montefranco. Soliti saluti e complimenti vaghi, essi trovano dei posti e siedono alle nostre spalle; scambiamo qualche parola, sino a che si ode il segnale della partenza dei cavalli. Ti ricordi che io proteggeva Gorgona, senza prevedere quanto essa mi sarebbe stata ingrata... basta, bisognerà rassegnarsi anche all’ingratitudine delle bestie. Una nube di polvere fa scomparire i cavalli. «La Gorgona vince!» esclamo io. «No, dice sorridendo Montefranco, vince Lord Lavello.» Io m’indispettisco per la contraddizione, egli continua a sorridere ed a contraddirmi; facciamo una scommessa, una discrezione. Infine dopo mezz’ora di palpiti e di ansietà, arrivo a sapere che la Gorgona è una traditrice, che io ho perduto e che Montefranco ha guadagnato: figurati! Gli dico che voglio