Pagina:Serao - Fantasia, Torino, Casanova, 1892.djvu/12

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4 fantasia


Fra le piccine un’agitazione si diffondeva: esse si piegavano, si sollevavano lievemente sulle seggiole, parlavano sottovoce fra loro, tormentavano i rosari. Virginia Friozzi aveva in tasca un grillo vivo, con un filuccio di seta legato alla zampa; prima ci aveva tenuta la mano sopra per non farlo muovere, poi gli aveva fatto far capolino dall’apertura della tasca, poi lo aveva cavato fuori e nascosto sotto il grembiule; infine, non potendo più resistere, lo aveva mostrato alla sua vicina di destra e a quella di sinistra. La voce era corsa: le bimbe erano inquiete, comprimendo il riso, non rispondendo più in tempo. A un tratto il grillo dette una strappata al filo e svolazzò, zoppicante, in mezzo alla viottola che si apriva fra le due file di sedie. Vi fu uno scoppio d’ilarità.

— Friozzi non andrà a parlatorio domani — disse la direttrice severamente.

La bimba impallidì a quella punizione così dura che le impediva di vedere sua madre. Cherubina Friscia, la maestra sagrestana, dal volto scialbo e consunto di zitella anemica, scese dall’altare e confiscò il grillo. Vi fu un momento di silenzio, e si udì la voce affogata di Lucia Altimare che balbettava:

— Maria.... Maria.... Maria bella....

— Preghi sottovoce, Altimare — avvertì la direttrice con una certa dolcezza.

Il rosario ricominciò, senza interruzione. Alla Salve Regina tutte s’inginocchiarono con grande romore di sedie e le parole latine furono dette in coro, quasi acclamando. Caterina Spaccapietra aveva appoggiato