Pagina:Serao - Fantasia, Torino, Casanova, 1892.djvu/139

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parte seconda 131


— Si annoierà, Caterina.

— Se è lui che non vuol restare per paura di annoiarti. Se non ti dispiace...

— Ti pare? era tutto questo? Io rimango sola, con tuo marito, come tu vuoi. Purché tu venga presto.

— O non dubitare, cara — e l’abbracciò rizzandosi sulla punta dei piedi, tutta contenta di aver accomodata quella grossa quistione.

— Vestiti dunque e va.

Quando Giuditta e Caterina passarono pel salotto, trovarono Andrea e Lucia seduti come prima, senza parlare.

— Va pure, Caterina. Io leggerò un libro, tuo marito leggerà il Piccolo. Hai un Leopardi?

— No, mi dispiace...

— Bene, penserò. Va, cara, va.

Andrea ascoltava senza parlare.

— Se vuoi, puoi addormentarti — gli disse sottovoce sua moglie, salutandolo.

Ma non si baciarono per causa della bambina. Lei se ne andò, leggiera, felice, poiché aveva provveduto a tutto. Quelli che restavano, la seguirono coll’occhio. Poi, senza parlare, Lucia offrì il Piccolo ad Andrea che lo spiegò.

Fingendo di leggere, egli sbirciava Lucia con la coda dell’occhio. Lucia lo guardava con un sorrisetto così buono, così seducente, che di nuovo gli parve un’altra donna, tutta serena, tutta giovane nel suo abito bianco.

— Non vi annoiate, signorina?

— No, penso.