Pagina:Serao - Fantasia, Torino, Casanova, 1892.djvu/25

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parte prima 17

v’inganna. Tutto, tutto è menzogna, tutto è putridume, tutto è cenere! Ben sel seppe la infelice Beatrice di Tenda, di cui vi narro la pietosa storia. Era costei una giovane vedova, donna di costumi intemerati, di forme stupende: biondo il crine come l’oro filato; azzurro l’occhio, degno di specchiare la purezza del firmamento; candida la pelle, come il petalo soave del giglio. Nel suo primo matrimonio con Facino Cane, condottiero di ventura, ella era stata poco felice. Facino Cane, soldataccio grossolano, assetato di sangue, feroce, avvezzo alle armi, al vino, al rozzo parlare dei campi soldateschi, non era l’uomo del cuore per Beatrice. Guai ai matrimoni, dove l’uno dei coniugi non comprende e non sa apprezzare l’animo dell’altro! Guai ai matrimoni dove l’uomo non intende tutta la mistica poesia, tutto l’arcano sentimento del cuore femminile! Sono unioni sciagurate, di cui pur troppo la corrotta e sofferente società moderna è piena. Facino Cane morì. La vedova lo pianse sinceramente, ma il suo cuore vergine di affetti palpitò quando conobbe il valoroso e malvagio Filippo Maria Visconti. Ella si fece nel volto pallida come la luna, quando si trascina, malaticcia, per le volte dell’empireo stellato. E lo amò con l’entusiasmo di tutta la sua gioventù, con l’onestà di un’anima pia, che sa adorare il Creatore nella creatura e unire l’amore divino all’amore umano. Beatrice, pura e bella, sposò Filippo Maria per amore: Filippo Maria, anima nera, sposò Beatrice per interesse. Per qualche tempo, sul trono ducale, l’augusta coppia fu felice, smentendo il detto popolare che nega la felicità