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Pagina:Serao - Fantasia, Torino, Casanova, 1892.djvu/315

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parte quarta 307


L’altra le accennava di tacere, non potendosi più frenare: si baciarono più volte. Uscirono in salotto, Lucia con gli occhi gonfi.

— Addio, Andrea — disse Lucia.

— Lasciatemi venire sino alla stazione — mormorò lui.

— No, no, è peggio. Addio. Grazie. Che il Signore vi benedica...

Singhiozzando, scappò via. Dal balcone vi furono saluti, e uno sventolare di fazzoletti fino a che la carrozza non svoltò verso Caserta.

Marito e moglie rimasero soli, l’uno in faccia all’altro. D’improvviso, la casa parve fosse deserta, e le stanze parve fossero diventate immense, Un freddo vi piombava. Caterina si chinò a raccogliere qualche cosa di bianco: era il fazzoletto di Lucia, e su quel fazzoletto Caterina si mise a piangere, chetamente, con certi lamentii di bambino, a cui hanno tolta la madre. Andrea sedette accanto a lei, sul divano, le appoggiò la testa sulla spalla, come nel tempo antico, e pianse anche lui. Due sole lagrime: bollenti, brucianti, sacrileghe.